venerdì 21 giugno 2013

Arnica montana: scelta da voi che avete votato il sondaggio... iniziamo!

Pianta erbacea perenne, della flora protetta, appartiene alla famiglia delle Asteraceae,  che comprende più di 1.600 generi con circa 23.000 specie.
Giardino Alpino Monte Bianco
Breve digressione per far capire quanto una famiglia botanica possa essere diversa: molte specie di Asteraceae hanno una funzione terapeutica quali camomilla matricaria e alcune Tussilago che hanno potere sedativo, mentre altre sono commestibili come la lattuga (lactuca sativa), il tarassaco (traxacum officinale), il radicchio (cichorium intybus), la cicoria invidia (cichorium endivia) e il carciofo (cynar), olio di girasole (heliantus annuus), gomma ( atractylis gummifera) e poi non scordiamoci l' assenzio (artemisia absinthium).
Torniamo ad Arnica che tra i climi freschi e soleggiati, in terreni poveri (pascoli magri, brughiere e torbiere alte) e silicei, cresce spontaneamente tra i 1000 a 2400 m.s.l.m. Endemica in Europa, dalla Penisola Iberica alla Scandinavia e ai Carpazzi, assente nelle Isole Britanniche.

Formata da un fusto ghiandoloso e peloso, eretto e mediamente robusto, alta 50 - 60 cm, dai grandi capolini larghi 5-8 cm di colore giallo aranciato con caratteristici petali "spettinati" e dal gradevole odore aromatico, le foglie sono glabre nella parte inferiore, ma ricoperte di piccola peluria nella parte superiore. 
L'etimologia del nome potrebbe derivare da una alterazione del tardo-latino ptàrmica, a sua volta derivato dal greco ptarmikos (starnutatorio) in riferimento alle proprietà starnutatorie connesse con l’odore aromatico della pianta, mentre altri la fanno risalire dalla parola greca arnakis (pelle di agnello) facendo riferimento alla delicata tessitura delle sue foglie.
Il nome Arnica in antichità venne impiegato più volte per specie diverse aventi in generale grandi capolini gialli. In Francia è molto comune la denominazione di Tabc des Vosges in quanto gli abitanti delle regioni montane se ne servono come tabacco da fiuto. Arnica è stata citata per la prima volta da Santa Ildegarda (1098-1179) nel "De Arboris" per  trattare ecchimosi e contusioni.
Dall' arnica è possibile estrarre sostanze lipofile (olii essenziali: ac. palmitico, ac. laurico, azulene, triterpeni; arnidiolo; faradiolo) e sostanze idrofile (flavonoidi: astragalina, isoquercitina; lattoni sesquiterpenici; elenalina; diidroelenalina). Inoltre è possibile estrarre una sostanza cristallizzata, di natura alcaloidea, di un bel colore giallo oro, dal sapore aspro e amaro con ridotta solubilità in acqua: l' arnicina, un'essenza complessa contenente eteri, ac. formico, ac. acetico, ac. isobutirrico e un chinone.
Ricordiamo che questa pianta ha una tossicità, dose dipendente, se viene ingerita, infatti in letteratura si trova che può essere un veleno paralizzante midollare, può produrre nausea vomito, dolori addominali, emorragie, effetti cardiocircolatori, vasomotorie e respiratorie (G. Hodiamont) in parte dovuti all' elenalina che provoca un' alterazione della permeabilità di membrana al calcio. 
Il suo utilizzo è controindicato durante la gravidanza e l’allattamento.
Come per molte Asteracee contenenti lattoni sesquiterpenici, può dar luogo a dermatite vescicolosa da contatto, in più per le caratteristiche della pianta stessa deve essere utilizzata sulla pelle integra sennò vi brucerà la ferita! Tra le curiosità c'è da menzionare la “musca arnica” che depone le uova sui fiori della pianta, con proprietà irritanti analoghe a quelle della Cantaride, quindi è necessario durante la raccolta nel periodo balsamico eliminarle per non modificare le proprietà terapeutiche dell' arnica.
Nel caso di ingestione, non essendoci antidoti, le contromisure includono l' utilizzo di carbone e di liquidi.
In FITOTERAPIA preparazioni a base di Arnica sono somministrate per numerose affezioni delle mucose e della cute per il suo effetto vulnerario: antisettico orale nella piorrea alveolare, nella faringite cronica, nelle flogosi delle mucose orofaringee, nelle flebiti superficiali, nelle foruncolosi, nelle emorroidi, nei disturbi muscolari o articolari di natura reumatica e negli edemi da frattura, contusioni, slogature, ematomi, strappi e dolori muscolari, geloni, punture di insetti e cura dei capelli.
Possiede proprietà debolmente analettiche, aumenta il volume di eiezione sistolica, migliora il flusso coronario e diminuisce la resistenza periferica; descritte anche  proprietà colagoghe e diuretiche e di modulazione dell’attività riflessa del Sistema Nervoso Centrale.
In passato era utilizzata in caso di shock o come sedativo nervoso nelle forme da stress, nell’arteriosclerosi e nell’arteriospasmo per l’azione sedativa generale ed elettiva sull’apparato vascolare arterioso e sul cuore, impiegata in ostetricia per la prevenzione delle febbri puerperali e nel parto distocico come antisettico e stimolante i processi di riparazione del tessuto uterino.
Arriviamo all' OMEOPATIA!
Arnica è una pianta vulneraria, cioè che aiuta la cicatrizzazione e il recupero dai traumi, usata fin dal Medioevo e proprio da questo partirei per farvi capire come è l' Arnica omeopatica. In virtù di questo è un rimedio che dimostra subito fin da piccolo di che pasta è fatto, vuole dimostrare che è forte, che nulla lo può scalfire, che è grande, che non ha bisogno di aiuto né del dottore né delle medicine. Ha un atteggiamento eroico e negante fino a che non succede qualcosa che lo TOCCA o più avvenimenti che lo fanno scoprire fragile. Dal lato fisico è un ipersensibile al contatto, alla pressione e al TATTO, per il dolore che prova e sempre per questo motivo non riesce a stare disteso nel letto, lo trova troppo duro e sia che dorma o che sia sveglio lo fa muovere senza posa. Il suo dolore è sordo, contusivo, come se avesse battuto e fosse ammaccato. Il malato arnica sanguina facilmente per alterazione della parete vascolare, quindi si può trovare dopo un trauma la presenza di ecchimosi oppure emorragie (uterine, intestinali, urinarie, etc), escrezioni sanguinolente. Per la corrispondenza degli sforzi muscolari, nei quali di sicuro si cimenterà un arnica, possiamo trovare a livello cardiocircolatorio tachicardia, ipertrofia miocardica, ipertensione e congestione della testa con mani e piedi freddi o tutto il corpo, cefalee battenti e anche vertigini camminando. Da ricordare, se accompagnate da congestione della testa con senso di contusione e alterazione del sensorio fino al coma: le febbri, l' erisipela, la scarlattina, la malaria, la febbre tifoide. A livello gastrointestinale nausea e vomito, eruttazioni putride e fetide con alito sgradevole di uova marce, descritta la sensazione che lo stomaco sia tirato indietro da una corda che lo spinge contro la colonna vertebrale. Solitamente non ha appetito soprattutto per le proteine come reazione di difesa metabolica in caso di trauma dove le proteine sono immesse nella circolazione, in compenso ha molta sete come tutti gli emorragici. Può aver terrori notturni con risveglio brusco, sogni o paure di traumi ed incidenti.
Solitamente migliora le sue patologie con una serie di eliminazioni, con il sudore o con il vomito. Peggiora se è toccato, col freddo umido e l' immobilità per l' indolenzimento muscolare e dal movimento.
Ho fatto una sintesi toccando solo alcuni argomenti, se avete domande scrivetemi! 
Spero vi piaccia.
Un caro saluto a voi lettori.

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